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lunedì 20 febbraio 2012

Senegal: la situazione precipita.....

Ho appena raccolto alcune informazioni dai nostri volontari in Senegal. Ad una settimana esatta dalle elezioni presidenziali previste per domenica 26 febbraio, la situazione sta precipitando.
A Dakar, nell'ultima settimana il tentativo di dare vita ad una sorta di piazza tahrir senegalese all'ombra dell'obelisco di centainaire è stato represso con un forte dispiegamento della polizia. La situazione è degenerata venerdì, quando durante uno scontro fra manifestanti e polizia alcune granate lacrimogene sono state esplose dentro la moschea Zawiya El Hadji Malick (punto di aggregazione della confrerie musulmana Tidiane, la seconda più numerosa del Senegal) nei pressi del mercato popolare centrale di Sandaga. Questo episodio ha fatto crescere in maniera esponenziale manifestazioni popolari in tutto il Senegal, fino ad arrivare a queste ore di domenica sera con il bilancio di un giovane morto a Rufisque, l'incendio della locale stazione di polizia, tutta l'autoroute bloccata da barriccate e una quantità incredibile di giovani e giovanissimi scatenati per strada. Nessun leader politico dell'opposizione sta dirigendo le proteste. La gente, soprattutto i giovani hanno deciso di fare un passo in avanti per costringere Wade a non presentarsi alle elezioni imminenti.
Intanto, come un monarca in declino, il presidente Wade prosegue nella sua carrovana elettorale fuori Dakar, in comizi fortemente presidiati dalle forze dell'ordine, con un pubblico comprato all'occorrenza.
L'esercito, che ha votato in anticipo questo sabato e domenica, ha partecipato con un scarsissimo 20% di elettori, un segnale molto preoccupante di scollamento delle forze armate con gli apparati dello stato.
Soffia una brutta aria. Molti senegalesi iniziano a credere che la soluzione migliore è rinviare le elezioni, impedendo a Wade di candidarsi. Molti giovani dichiarano che se la situazione andrà avanti così, bloccheranno le elezioni, impedendo l'accesso nei seggi elettorali agli elettori.




I just collected some information from our volunteers in Senegal. Exactly one week from the presidential elections scheduled for Sunday, February 26, the situation is getting worse.
In Dakar, the last week trying to create a sort of Tahrir Square in the shadow of the obelisk of Senegalese centainaire was suppressed with a heavy deployment of police. The situation has degenerated Friday, when during a clash between protesters and police tear-gas grenades were exploded inside the mosque Zawiya El Hadji Malick (meeting point of Muslim CONFRERIE Tidiane, the second largest of Senegal) near the center of popular market Sandaga. This event has grown exponentially popular events in all of Senegal, to arrive at these hours of Sunday evening with the budget of a young man who died in Rufisque, the burning of the local police station, all blocked by the autoroute barriccate and an incredible amount of young people and children unleashed on the street. No political leader of the opposition is leading the protests. People, especially young people have decided to take a step forward to force Wade not to attend the upcoming elections.
Meanwhile, as a monarch in decline, President Wade is continuing its electoral carrovana outside Dakar rallies in heavily guarded by police, with an audience bought if necessary.
The army, which voted early this Saturday and Sunday, attended with a very low 20% of voters, a very worrying sign of loosening of the armed forces with state apparatuses.
Blowing a bad air. Many Senegalese are starting to believe that the best solution is to postpone the elections, preventing Wade to stand. Many young people say that if the situation goes on like that, block the elections, preventing access to the voters at polling stations.

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